Video Details

Published On: 27/06/2025
19 Views

Una delle scene più memorabili del film Qualunquemente, diretto da Giulio Manfredonia, è quella in cui si assiste alla realizzazione di una fogna a mare: uno scarico fognario abusivo che viene fatto sfociare direttamente nelle acque limpide della costa calabrese. Il protagonista, Cetto La Qualunque, interpretato magistralmente da Antonio Albanese, osserva compiaciuto lo scorrere dei liquami in mare, rivendicando l’intervento come un’opera “moderna ed efficiente”, senza alcun riguardo per l’ambiente o la salute pubblica. È una scena tanto grottesca quanto significativa, una sintesi perfetta dello spirito del film.


 


Il film Qualunquemente è una feroce satira sul clientelismo, la corruzione e l’illegalità diffusa nel tessuto politico italiano, e quella fogna a mare diventa il simbolo plastico del degrado ambientale e morale che ne deriva. L’ironia amara di questa scena nasce proprio dalla normalizzazione dell’abuso: la devastazione del territorio non è vista come un crimine, ma come un atto di astuzia, un segno di potere e controllo.


 


Cetto La Qualunque incarna l’uomo che agisce solo per interesse personale, senza scrupoli, senza visione, senza rispetto per le generazioni future. Il mare, un tempo fonte di vita e bellezza, viene trattato come una discarica a cielo aperto, ridotto a collettore finale dei rifiuti di un sistema marcio. Non c’è rabbia, non c’è protesta: c’è solo rassegnazione o, peggio, complicità.


 


Questa scena, con il suo impatto visivo e la sua satira tagliente, riesce a denunciare in pochi secondi decenni di mala gestione e indifferenza. La fogna a mare di Qualunquemente non è finzione: è lo specchio amaro di tante realtà italiane in cui il mare continua a essere violentato, nel silenzio generale, in nome di un “fare” che distrugge anziché costruire.